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Michele Volpicella
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Postato - 12/04/2017 : 13:47:27
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Un mio cliente fotografo professionista mi ha parlato di una nuova tecnica di stampa che sta spopolando in Francia: si chiama Subligraphie. Consiste nella stampa su pannelli di alluminio passando per una fase intermedia su lamine Chromalux. Dopo di che la lamina intermedia viene messa a contatto ad altissima temperatura con l'alluminio finchè i colori sublimano, cioè passano direttamente allo stato gassoso e poi condensano di nuovo "dentro" alla struttura dell'alluminio.
Non si tratta di una grezza stampa diretta su Dibond, ma di un metodo sofisticatissimo che darebbe risultati ineguagliabili in termini di durata e resistenza fisica e almeno pari o superiori alla stampa FineArt digitale su carta per qualità, con Dmax di 2.5 e gamut estremamente ampli. Inoltre non sarebbe più visibile, neppure con la lente, la trama policroma dell'immagine inkjet sostituita da un continuo di puro colore... E' disponibile una finitura glossy e una matte. Qui trovate una pagina di spiegazioni http://www.sublipix.com/content/6-procede
I prezzi che vedo sui siti dei laboratori (anzi "atelier") sono molto alti, ma se tutto quello che dicono è vero...noi stampatori dovremo affrontare una concorrenza molto agguerrita, soprattutto se i prezzi si abbasseranno come è probabile. Inoltre non serve più il pannello ovviamente e con questo il delta-costo diventa piccolo.
Ho provato a chiedere un profilo ICC, ma sono tutti abbotonatissimi e sospettosi e non ci sono riuscito. Il costo di entrata nella tecnologia è altissimo, non per la stampante intermedia che è una Epson 9900 ma per le presse di transfer.
Ai colleghi stampatori chiedo: Che pensate? la conoscete? avete perso clienti per questa cosa? Ne parlano già?
PS ho fatto un po' googling e ho visto che negli USA esiste già da un po' e viene chiamata "Metal Printing"
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runtu
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Postato -  12/04/2017 : 15:29:46
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...mi chiedo soltanto una cosa, come farebbe ad essere superiore alla stampa a getto d'inchiostro se la base è... una stampa a getto d'inchiostro?
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli |
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AlbertoM
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Postato -  12/04/2017 : 16:03:04
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Non ne avevo mai sentito parlare Una volta però da Foto Dotti a Modena ho visto un pannello lucido stampato e chiedendo mi hanno detto che glieli fornisce la FOWA Mi aveva incuriosito perchè non era una stampa UV, dove si vede lo spessore dell'inchiostro, era liscio come uno specchio
Molto bello,ma comunque diverso dalle stampe su carta cotone, anche pannellizzate.
Tempo fa ho profilato un flatbed fuji con inks UV, con cui si può stampare su qualunque superficie (senza coating), tipo foam, dibond, forex, tele già montate, e pannelli pregiati in legno come questi
I flatbed UV costano tantissimo, però poi l'inchiostro e i supporti costano poco, quindi hai un costo stampa molto basso Chi li ha può proporre i pannelli a prezzi molto bassi, molto più bassi di quello che può fare uno stampatore fine art come noi Ce ne sono anche per stampe di alta qualità, con 8 inks (CMYK + 2 light + bianco per il fondo + vernice protettiva) tipo i Canon
AlbertoM |
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tarkowsky
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Postato -  12/04/2017 : 16:51:50
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Del metodo Chromaluxe e altri nuovi metodi di stampa si era accennato in questo topic http://www.photoactivity.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=4810 dove consigliavo la vision della conferenza di Henry Wilhelm il Massimo esperto sull'archiviabilita' delle stampe fine art. Vi consiglio di andare alla posizione 52:47 e potrete vedere come funzione il procedimento Chromaluxe. https://www.youtube.com/watch?v=Q4SUFVFfD3A Vi sono anche I sottotitoli in inglese per chi avesse difficolta' a comprendere il parlato.
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AlbertoM
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Postato -  12/04/2017 : 19:02:46
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Carlo, credo che si rifrisca al fatto che la gocciolina, una volta sublimata, non è più ben definita e nettamente visibile se ingrandita, dando luogo a uno pseudo tono continuo La risoluzione non aumenta, anzi, probabilmente diminuisce, però è tutto un po' sfocato, quasi come un vero tono continuo
Poi c'è il fattore resistenza ai graffi e allo sbiadimento nel tempo al vivo che sarebbero migliori
AlbertoM |
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Michele Volpicella
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Postato -  12/04/2017 : 19:13:17
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@Tarko, grazie per il link! @Alberto, questo metodo è diverso da quello dei flatbed UV perchè qui lavorano con stampanti tradizionali. I passi sono:
1. Stampa su carta Chromaluxe tramite stampante Epson 9900 in cui sono stati sostituiti i pigmenti con degli speciali inchiostri dye-based, con altissima saturazione dei colori. 2. Il foglio ottenuto viene accoppiato a una lastra di Alluminio trattata superficialmente con un processo speciale 3. Il sandwich viene messo in una pressa dove è sottoposto ad alta pressione e T di 400°F (circa 200°C), dove resta per 6 minuti 4. Il sandwich viene rimosso e la carta viene "spellata" via 5. Il pannello è pronto. E' luminescente e resiste perfino al passaggio della paglietta di acciaio.
Per la qualità ho appurato che
1. c'è una piccola perdita di definizione perchè le goccioline precisissime di ink vengono un po' "spalmate", però i colori sono effettivamente più continui 2. Pare ci sia una conversione a CMYK, il che mi lascia presumere una certa perdita di gamut 3. Vantano una capacità di riprodurre 600,000 colori che se fosse da confrontare col volume del gamut come lo intendiamo noi, sarebbe piuttosto bassino, ma d'altronde i dyes non fanno molto meglio di questo. 4. Un Dmax di 2.5 se confermato darebbe un Nero profondissimo.
Noi potremmo in teoria arrivare a stampare il foglio di Chromaluxe, ma poi l'acquisto della pressa e la sua posa in opera sarebbe impensabile (almeno per me). Alla fine non so che tipo di accoglienza avrebbe nelle Gallerie d'Arte di Venezia o di Milano per fare due esempi. Potrebbe essere una novità eclatante oppure essere rigettata per mancanza della classicità ...della carta. Certo è che un mio cliente è passato a questa cosa...
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runtu
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Postato -  12/04/2017 : 19:36:39
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...meteore... :-) È un sistema e un supporto che non sostituirà la carta, non può piacere a tutti e a prescindere, passata la sbornia...
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli |
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AlbertoM
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Postato -  12/04/2017 : 19:55:56
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Citazione: Michele Volpicella
@Alberto, questo metodo è diverso da quello dei flatbed UV perchè qui lavorano con stampanti tradizionali.
Non ho mai detto il contrario, anzi, ho detto che l'effetto è molto diverso, specchio vs inks in rilievo
Citazione: Michele Volpicella Pare ci sia una conversione a CMYK, il che mi lascia presumere una certa perdita di gamut
Prchè ci dovrebbe essere una perdita di gamut con la conversione a CMYK?
AlbertoM |
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AlbertoM
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Postato -  12/04/2017 : 20:00:50
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E a quanto dice Henry Wilhelm sono inks sublimatici, non dyebased
AlbertoM |
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Michele Volpicella
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Postato -  12/04/2017 : 21:56:29
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Ho scritto solo CMYK senza specificare il profilo, ma pare che venga fatta una conversione a CoatedFogra39. Non ho esperienza con CMYK, ma ho visto che questo profilo ha un gamut molto ridotto, anche troppo visti i claims di qualità.
Ulteriori info si trovano sul sito Chromaluxe e il processo si chiama "dye sublimation" http://chromaluxe.com/process/ C'è anche un video semplice ma molto ben fatto che mostra le fasi del processo. Credo che il termine dye sublimation in effetti NON voglia dire che gli inks sono dye-based, ma si riferisca genericamente a un trasferimento di "colore".
Se ci fosse un metodo semplice per farlo, sinceramente un pensierino ce lo farei...
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Michele Volpicella
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Filippo_C
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Postato -  13/04/2017 : 11:33:49
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Nella scorsa edizione di Photokina erano veramente ovunque !!! C'era anche lo stand Cromalux ufficiale. Gli ink sono sublimatici, come quelli x i transfer delle tazze per intenderci.Il procedimento è lo stesso. Il transfer poi lo trasferisci su un supporto preparato a ricevere gli ink per evaporazione. Quelli visti in fiera erano quasi tutti una lamina di alluminio con uno strato di resina lucida di qualche mm ad effetto specchio (carini i bordi smussati). Ma c'erano anche lastre opache. Il gamut non mi sembra niente di che, chiaro che l'effetto specchio della resina lucidissima aumenta l'effetto "UAO". Un po come il diasec, dietro 1 cm di plex prende tutto "volume e profondità". Sulla durata non si è sbilanciato nessuno (e ho chiesto un po a tutti), ma dubito fortemente sia paragonabile ai pigmenti. Una pressa 70x100 non costa una follia, una 50x70 è abbordabile. Per i grandi formati invece la cosa diventa impegnativa sia in termini di costo che di spazio.La pressa è enorme e pesantissima.
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Filippo_C
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Postato -  13/04/2017 : 11:40:55
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Aggiungo che la lamina in alluminio rivestita di resina lucida (ma anche quella opaca senza resina) esiste in versione "metallica". Significa che la base della "stampa" vive di luminosità propria, come fosse leggermente retroilluminata. Questo caratteristica chiaramente aiuta ad ottenere maggior impatto visivo. Sembrano "accesi". |
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Michele Volpicella
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Postato -  13/04/2017 : 14:24:16
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Filippo, nell'allegato che ho postato ci sono i prezzi di varie presse. Sulla durata si sbilanciano eccome: il loro claim è che sia "nettamente" superiore ai pigmenti su carta...mah!
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Filippo_C
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Postato -  13/04/2017 : 14:28:13
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Ho dato uno sguardo al PDF sul sito WIM. Parlano di 65 anni. Gli ink sono la serie sublimatica DS della Epson (Dye Sublimation). Quindi le macchine ideali per stampare i transfer sono i plotter della serie SC. La testa sembra essere la stessa della serie a pigmento, ma da quel che so tutti i 9900 modificati x usare i sublimatici hanno dato non poche rogne. Forse meglio usare i "vecchi" 9800/9880, che hanno una testa sicuramente meno delicata. |
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Michele Volpicella
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Postato -  13/04/2017 : 14:52:04
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Esatto e volendo usare una Epson Fine Art raccomandano comunque di prenderla nuova e convertirla da nuova, senza che siano stati caricati i pigmenti prima. A proposito una rapida ricerca su Chromaluxe Italia mi ha mostrato che ci sono già laboratori operanti anche in Italia. Mi aveva guidato male il termine francese...sempre diversi loro..."subligraphie"...non potevano usare Chromaluxe come il resto del mondo ;-)
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Filippo_C
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Postato -  13/04/2017 : 15:36:46
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Mi era sfuggito il tuo pdf, sorry. Cmq la tecnica è proposta da altre aziende con materiali diversi. Posso dirti di aver visto ad esempio lastre già emulsionate pronte da inserire direttamente nel plotter. Si salta il passaggio della carta transfer, ma si possono usare solo lastre sottili lucide o matt senza resina a spessore. (io avrei paura di graffiare la testa pensando di inserire la lastra come un cartoncino) ma ti assicuro che c'è chi lo fa :-) |
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runtu
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Michele Volpicella
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Postato -  14/04/2017 : 09:49:25
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Io capisco la posizione di Carlo perchè per noi la carta ha un fascino ineguagliabile. Però dobbiamo anche essere aperti alle nuove tecnologie e...al futuro possibile. Queste stampe non sono la solita paccottiglia che abbiamo visto negli ultimi anni, con qualità pessima e non riproducibile. Qui abbiamo veramente una tecnologia nuova di altissima qualità che produce un effetto a noi sconosciuto e che soprattutto potrebbe attrarre una grossa fetta della corrente stampa Fine Art. Ignorarla potrebbe non essere la cosa giusta.
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runtu
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Postato -  14/04/2017 : 11:27:03
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@ Michele, solo perché mi cita ma non voglio essere polemico con lui, è solo chiarire il mio “a me me pare na strunzata”
Onestamente non ignoro nulla, l’avvento del digitale mi ha aperto un mondo dopo trenta anni di pellicola e appena si è cominciato a parlare di fotografia panoramica a 360° ho comprato, in America da Adobe, QTVR Authoring Studio con la scatola di cartone e il cd (cose che conservo religiosamente) e il primo VT l’ho realizzato nel 2000. Quando ho messo le mani su una stampante ho compreso che finalmente avevo terminato di incazzarmi con i laboratori ma è stato soltanto qualche anno più tardi dopo una settimana con Boscarol che la nebbia si è diradata. Amo la carta, si, leggo solo libri di carta e un “coso” per leggere gli ebook non lo acquisterò mai. Voglio assaporare lo sfogliare un libro, sentire l’odore e il fruscio delle pagine, rendermi conto di quante pagine restano da leggere e avvertire quella leggera angoscia per la storia che volge al termine e non sai come finirà. Ammetto anche di essere anche n’anticchia* scassaminchia, quando metto piede in case sconosciute la prima cosa che guardo è se c’è una libreria… Allo stesso modo amo le carte da stampa che scelgo non in base al nome famoso di chi le produce ma alla superficie. Questa “tiincantographie” non mi convince per vari motivi che vanno dai costi di impianto a quelli finali al pubblico nonché alla praticità dell’oggetto in se e sono convinto che nel mondo della stampa digitale rimarrà in un segmento di nicchia per quel tipo di utente finale/acquirente che non capisce una mazza di fotografia ma gli occorre la bella toppa da appendere al muro consigliata dall’architetto/arredatore di turno perché non ti può mancare in casa il trend del momento… Questa è la mia opinione personalissima e poi ancora con i sistemi chiusi? Ha fallito Adobe con il DNG, chi è un po’ intelligente ha capito che l’altra “…graphie” è una presa in giro supportata e fatta mandare giù con una massiccia campagna pubblicitaria e ora arrivano, sempre dalla Francia, altri tepijoperculographie da realizzare ancora con una certa marca di stampante ma guarda un po’ sempre ste coincidenze… Nein danke.
* anticchia, unità di misura indefinita del dialetto romanesco.
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli |
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mxa
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533 Posts |
Postato -  14/04/2017 : 12:34:40
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Interessante ...
... ho visto dei video sul procedimento ed il risultato e' una superficie specchiata molto accentuata. Sembra essere ancora peggio della mia combinazione radioattiva :-) <dye-based su Pictorico Hi-Gloss White Film incollato su plexiglass> che ho usato parecchie volte, e che fa venire il mal di testa quando si deve gestire l'illuminazione.
A naso mi sembra piu' una soluzione per l'ingresso del quartier generale di un'azienda che per mostre fine-art, pero' magari mi sbaglio e domattina il Crewdson di turno la adotta nel suo ultimo progetto. Sicuramente risponde molto bene all'esigenza dei giorni nostri di avere colori molto "in your face" e poco sussurrati.
Marco www.12tonephotography.com
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runtu
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Italy
1645 Posts |
Postato -  14/04/2017 : 14:21:54
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@ mxa ma perché se lo adotta Crewdson è vangelo? Secondo me non è un caso che sul sito Chromaluxe i maggiori utilizzi pubblicizzati siano commerciali/arredamento.
carlo rondinelli http://flickr.com/photos/carlorondinelli |
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Filippo_C
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Postato -  15/04/2017 : 21:38:27
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Michele il transfer da stampare con inchiostri sublimatici su qualsiasi plotter (non è quindi una operazione legata al marketing Epson), da trasferire con il calore (evaporazione e penetrazione) esiste da tantissimo tempo. Niente di nuovo. Fanno le tazze con porcellana lucida ad esempio. Anche la lastra di alluminio con base "metallescente" esiste da molto tempo. La novità se vogliamo è solo l'idea di usare presse enormi per fare pannelli grandi. Diversi anni fa ho visto lastre A2 create usando la pressa delle magliette. Personalmente ritengo che sia un prodotto che colpisce al primo impatto, ma di "artistico" e "fineart" ha molto poco.
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Filippo_C
Junior Member
 
Italy
26 Posts |
Postato -  15/04/2017 : 21:46:40
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Un effetto molto simile si può ottenere senza comprare presse enormi. Esiste un supporto inkjet con lo stesso effetto metallescente (vado a memoria ....Melinex ?) ed una plastica extra lucida effetto specchio da montare con calandra (anche qui vado a memoria...mi pare si chiami Deep Water) Impatto visivo notevole, investimento zero. Ho dei campioni da qualche parte, fatti vedere tante volte, ma alla fine x il 95 % dei lavori scelgono PhotoRag, e per il restante Baryta o Pearl.
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