Ancora un monitor così... all'improvviso !
Eizo S2231W

4 Febbraio 2009

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1. Presentazione

Dopo il test del Samsung T220, abbiamo l'occasione di alziare un po' il tiro e mettere sul banco di prova l'Eizo S2231W, un monitor che costa circa 600 euro, ovvero oltre il doppio del Samsung.
La fascia di prezzo rimane tuttavia molto interessante, perchè si tratta comunque della metà dell'importo minimo che si deve sborsare per i monitor espressamente dedicati alla grafica e fotografia professionale.

Questo articolo, che segue la traccia del mio articolo precedente, è frutto del lavoro di Daniele Pennati, attivo partecipante al nostro Forum ormai da 3 anni.

Oltre al test del monitor, Daniele ci regala anche un ottimo workflow per la calibrazione / profilazione dei monitor con il software open-source Argyll.

Complimenti a Daniele e... buona lettura !

Enrico Cinalli




2. Caratteristiche principali del prodotto

                                  


Marca/modello: Eizo S2231W

Prezzo indicativo: 600 euro (IVA inclusa)

Dimensione/Formato: 22”, 16:10

Finitura superficiale: di tipo opaco, indispensabile per applicazioni di foto-ritocco

Risoluzione: 1680x1050 pixel, sufficiente per lavorare comodamente con le principali palette di Photoshop aperte.

Ingressi: 1 analogico RGB, 1 digitale DVI

Pannello: tipo S-PVA, con retroilluminazione classica

Gestione interna dei dati: 16bit / canale

LUT interna: 12bit/canale, ma non accessibile per la calibrazione hardware


Le ultime tre caratteristiche ci fanno capire che siamo di fronte ad un prodotto di buon livello anche se non di classe professionale.

In primo luogo il pannello S-PVA non garantisce livelli qualitativi equivalenti ai pannelli IPS montati sui monitor top di gamma. In secondo luogo non è possibile attivare la calibrazione hardware nonostante la presenza di una LUT interna. Va segnalato però che la LUT interna processa i dati a 16 permettendo una grande accuratezza nell’output del monitor. Nell’immagine sopra, tratta dal sito ufficiale di Eizo, è possibile vedere la differenza di qualità nel processing dei dati a 10bit o a 16bit.




3. Calibrazione e profilazione

Si procede poi con la calibrazione e profilazione del monitor, passaggio centrale per la valutazione di un monitor destinato al fotoritocco.

Come strumento di calibrazione è stato usato lo spettrofotometro professionale Eye-One della X-Rite. Come software si è scelto di fare due prove differenti, una con il programma a corredo con lo strumento EyeOne Match 3.6, l’altra usando il software open-source Argyll.

Per entrambi i programmi si è scelto di utilizzare gli stessi valori target:

- Temperatura del bianco: 6500°K (standard europeo)

- Intensità del bianco: 120 cd/m2 (nel range 100-140 cd/m2 consigliato per applicazioni fotografiche)

- Gamma: 2.2 (valore consigliato per compatibilità con applicazioni Windows che non adottano un CMS)

Importante: prima di inziare è necessario disabilitare il sensore di luminosità ambiente del monitor, che regola in tempo reale la l'emissione luminosa della lampada in funzione dell'immagine riprodotta. La disabilitazione è molto semplice, utilizzando il menu interno (OSD).


3a. Workflow con EyeOne Match 3.6


Durante la fase di calibrazione ho utilizzato i comandi OSD del monitor per avvicinarmi ai parametri di calibrazione prescelti, grazie al prezioso supporto fornito dal software che visualizza lo scostamento dai valori target in tempo reale.

Questi i valori individuati per i parametri di calibrazione sopra descritti:

- contrasto: 53%
- luminosità: 46%
- R: 91%
- G: 91%
- B: 92%

Già da questi valori si capiscono alcune caratteristiche del monitor: ad esempio i valori di RGB praticamente uguali tra loro indicano un buon bilanciamento nativo del monitor, che non necessiterà di interventi drastici in fase di profilatura. Ciò permetterà (come vedremo più avanti) la creazione di un profilo ICC molto accurato.

Successivamente ha luogo la fase di misura delle tacche colorate (patches), che genera le tre curve RGB di calibrazione per la LUT e successivamente il profilo ICC. Il profilo ICC viene impostato come “default” di sistema, e pertanto viene utilizzato da Photoshop a partire dal successivo avvio dell’applicazione.

Alla fine del processo di lettura il programma mostra una finestra di report con i valori raggiunti:


Come si nota le tre curve dei canali RGB sono tutte praticamente lineari segno di un’ottima calibrazione iniziale del monitor! I valori target (temperatura colore, gamma e luminanza) sono stati perfettamente centrati, molto bene! Da notare soprattutto la luminanza minima di 0,1 cd/m2 (in sessioni precedenti di profilatura di questo monitor ho ottenuto anche letture di 0,0 cd/m2) che conferma una eccellente profondità del nero riproducibile!

EyeOne Match permette anche la validazione del profilo ottenuto attraverso la lettura di un ulteriore insieme di patches. La media dE2000 è davvero contenuta, pur non raggiungendo i livelli ottenibili con la calibrazione hardware il risultato è davvero apprezzabile: 0,76. Da sottolineare che nei mesi passati ho ottenuto anche valori inferiori, il minimo ottenuto è stato 0,59 probabilmente dovuto ad una particolare precisione nel processo di calibrazione iniziale.


Nell’immagine precedente ho messo in evidenza le patches blu che sono quelle che hanno fatto registrare gli errori maggiori.



3b. Workflow con Argyll

La calibrazione e la profilatura con Argyll è un processo più laborioso e nettamente più lungo, ma i risultati dovrebbero essere migliori, stiamo a vedere…

Innanzitutto ecco le tappe necessarie a calibrare e profilare il monitor con le righe di comando utilizzate (dove c’è scritto “nomemonitor_data” ovviamente va scritto il nome del vostro monitor e la data di calibrazione in modo che possiate facilmente ricostruire quando è stato creato il profilo).

1- calibrare il monitor:

dispcal -v -yl -t 6500 -gl -qu -H nomemonitor_data

(nota: -yl per LCD, -yc per CRT; -H vale solo per l'eye-one pro, lo spettrofotometro)

Il procedimento inizia dovendo settare i valori del monitor relativi i canali RGB. I valori trovati come corretti differiscono lievemente da quelli ottenuti con EyeOne Match e sono i seguenti:

- R: 92%
- G: 92%
- B:90%

I valori di contrasto e luminostià sono rimasti sugli stessi livelli di quelli trovati con EyeOne Match anche se Argyll con luminosità impostata al 46% dava un valore di 171cd/mq. Il valore è stato ignorato poiché già sapevo che in realtà il valore era di 120cd/mq. Questo scostamento probabilmente dipende da un bug risolto nelle versioni successive a quella in uso.

Dopo questa prima parte Argyll inizia a proiettare centinaia di patches e il processo di lettura prosegue per più di un’ora. Terminato il tutto si passa alla creazione del target da leggere.

2- creare il target:

targen -v -w -d3 nomemonitor_data

Viene creato un target a 836 patches distribuite secondo l’Optimized Farthest Point Sampling (OFPS). Questa distrubuzione minimizza la distanza massima fra le patches in RGB, in modo che ogni patch sia equidistante dalle adiacenti; con una qualunque altra distribuzione, ci sarebbero almeno 2 patches più lontane.

3- lettura del target:

dispread -v -yl -k cal_eizo_4_11_2008.cal -H nomemonitor_data

(nota: -yl per LCD, -yc per CRT; -H vale solo per l'Eye-One Pro, ovvero lo spettrofotometro)

La lettura del target impiega qualche decina di minuti e procede senza richiedere nulla all’utente se non di posizionare lo strumento sul monitor dopo averlo calibrato sul suo supporto.

4- creazione profilo:

colprof -v -qh -ni -no -al nomemonitor_data

Il profilo è finalmente creato!

Argyll ci comunica che he lo scostamento fra la previsione del profilo e la lettura delle patches ha un picco massimo di 1.345250, mentre quello medio è di 0.427367 i dati sono incoraggianti e minori di quanto ottenuto con EyeOne Match. Questo errore, però, può dipendere sia dalla bontà del profilo, che da eventuali errori di misura (dovuti sia allo strumento che alla stabilità del monitor). Quindi sono parametri solo indicativi sulla bontà del profilo, non sono da prendere come valori assoluti. Inoltre questo metodo indaga sulla bontà della tabella AtoB, mentre nella compensazione a monitor viene utilizzata la tabella BtoA, e in più viene utilizzata la compensazione del punto del nero, che è un'operazione fatta dal software e non dal motore di conversione. Quindi non è un test che ci dice effettivamente quanto vediamo bene le foto con Photoshop, è solo indicativo.

5- check del profilo:

targen -v -w -d3 -e 1 -g 32 -f 320 -r check_monitor

Crea un target di 320 patches da andare a leggere per valutare la bontà del profilo.

dispread -v -k calibrazione.cal -yl -H check_monitor

Legge le 320 patches (qualche minuto)

profcheck -v -k -w check_monitor.ti3 nomestampante_data.icc >> profcheck_monitor.log

calcola gli errori per le patches lette relativamente al profilo “nomestampante_data.icc” e crea un file di report chiamato “profcheck_monitor.log”.

Importante: nel comando precedente gli utenti Windows devono sostituire ">>" con ">" .

L’errore massimo riscontrato è di 1.344974, quello medio di 0.378788 .
Entrambi sono addirittura di poco minori di quanto trovato prima con EyeOne Match !


3c. Argyll vs EyeOne Match

Come abbiamo visto, entrambi i software permettono di raggiungere risultati notevolmente accurati, ma si possono fare comunque alcune distinzioni conclusive.

In primo luogo il risultato ottenuto con Argyll è veramente notevole per quanto riguarda l’errore medio e soprattutto l’errore massimo (1,348 contro 2,6 ottenuto con Il software della X-Rite).

In secondo luogo l’ottimo risultato di argyll ci ha fatto penare notevolmente per quanto riguarda il tempo totale occorso per calibrare e profilare il monitor… siamo nell’ordine delle tre quattro ore contro la mezz'ora scarsa registrata con EyeOne Match. Va ricordato però che la calibratura può essere ritenuta valida anche più a lungo della profilatura. Il procedimento, infatti, può essere effettuato anche ogni due/tre mesi mentre è consigliabile profilare il monitor mensilmente.

In ultimo devo dire che trovo molto più comodo EyeOne Match per quanto riguarda la regolazione del contrasto e della luminosità del monitor, permettendo due controlli appositi. Argyll, infatti, è più rudimentale sotto questo aspetto e, pur prevedendo tutti i controlli del caso è molto meno intuitivo da utilizzare. Per effettuare la procedura di calibrazione il più correttamente possibile io ormai mi regolo così: utilizzo EyeOne Match per settare contrasto e luminosità (abbandonando poi la procedura di calibrazione) e con Argyll eseguo la regolazione dei tre canali RGB che permette una regolazione molto più fine rispetto ad EyeOne Match. Poi procedo col resto della procedura di calibrazione e profilatura con Argyll.


3d. Considerazioni sul gamut

Per meglio analizzare il gamut del monitor si è deciso di confrontarlo sia con lo spazio sRGB che con il più ampio AdobeRGB. La Eizo, infatti, dichiara che il gamut di questo monitor copre il 92% dello spazio AdobeRGB e si caratterizza, quindi, come un monitor widegamut!  Vediamo:



In bianco è riportato l’Eizo, in rosso abbiamo sRGB ed in giallo l’AdobeRGB.
Come si vede dall’immagine il gamut del monitor si avvicina moltissimo a quello di AdobeRGB e nel caso dei colori rossi è addirittura più ampio! Guardando il vertice relativo ai colori blu si nota come il Gamut del monitor ecceda i due spazi presi a confronto per le tonalità tendenti al vede mentre sia inferiore sia di AdobeRGB che di sRGB (che combaciano) per le tonalità di blu tendenti al viola (classico tallone d’achille dei monitor LCD). Queste erano, infatti, quelle che hanno generato i maggiori errori in fase di valutazione del profilo (errori molto ridimensionati utilizzando Argyll come software di calibrazione e profilatura)..

Nota: ricordo che sRGB si riferisce ad un bianco di luminanza 80cd/m2 mentre il profilo del monitor si riferisce ad una luminanza di 120cd/m2. Il profilo del monitor può tuttavia risultare diverso scegliendo una luminanza del bianco diversa (il S2231W può raggiungere 250cd/m2).


Dato che un confronto in due dimensioni fra due volumi gamut non è del tutto indicativo, come ci insegna Mauro Boscarol in questo post del suo Blog, per farci un'idea migliore delle reali differenze vediamo il confronto in Lab per tre diversi livelli di chiarezza L*.
Questa diversa rappresentazione, riferita allo spazio CIE Lab, ci conferma l’ottima performance dell’Eizo rispetto all’AdobeRGB. I tre diagrammi mostrano il Gamut riprodotto a tre livelli di chiarezza (ombre L=20, mezzitoni L=50 e luci L=80):

L=20  

L=50  

L=80  


Per concludere questa analisi in termini meno scientifici, devo dire che dopo aver utilizzato per qualche minuto questo monitor tutti gli altri sembreranno spenti e tristi! Lavorare sul portatile è diventato addirittura deprimente !!

Per ulteriori valutazioni è possibile scaricare il profilo ICC del monitor.



4. Uniformità

Si tratta di verificare se la riproduzione è uniforme in tutte le aree dello schermo, un parametro importante per applicazioni di foto-ritocco. Trattandosi di un sistema retro-illuminato, è molto difficile mantenere costante l'illuminazione di tutte le aree di uno schermo così ampio.

Per la verifica ho visualizzato in full-screen un'immagine bianca uniforme, ed ho effettuato alcune misure con l’Eye-One. Le aree misurate ed i relativi valori di chiarezza (L) rapportati all'area centrale (100) sono indicati in figura:



Le misure confermano le qualità del monitor fin qui esposte: buono, ma non ottimo.
Certamente i monitor top di gamma (magari con illuminazione a led) possono garantire un’uniformità migliore, ma a che prezzo? Per quanto riguarda la mia esperienza diretta (oltre a quella strumentale appena esposta) posso solo dire che non avrei mai detto che questo monitor avesse un’illuminazione non uniforme per cui questa variazione massima del -4% non è assolutamente percepibile adocchio nudo (ovviamente l’occhio non è lo strumento migliore per questi calcoli… ma è quello che poi fissa il monitor tutto il giorno !).



5. Qualità dei gradienti

Con questo test si verifica la corretta riproduzione di un gradiente acromatico, che deve risultare senza transizioni brusche (“scalini”) e con valori di cromaticità costanti e tendenzialmente nulli.

Si tratta di una prova molto difficile anche per i migliori LCD presenti sul mercato. Non potendo contare sulla strumentazione necessaria per un test rigorso, riporterò le mie valutazioni soggettive.

L’immagine che segue è solo esemplificativa per rendere più chiara la semplicità del test:



Per effettuare il test ho utilizzato un gradiente grande come l’intera area del monitor (1680x1050) e lo ho osservato al 100% a schermo intero. L’immagine è stata così analizzata sia osservando dal centro del monitor (nella normale posizione di osservazione) sia scorrendo parallelamente allo schermo in modo da osservarla sempre perpendicolarmente. Il gradiente così osservato presenta un buona fluidità con piccoli gradini poco visibili nelle aree più scure ma comunque privi di qualsiasi dominante.

Questo test mi ha permesso di osservare, oltre alla qualità di riproduzione del gradiente stesso, anche altre caratteristiche del monitor:

1- in primo luogo è stato possibile individuare i leggerissimi cambiamenti di tono anche nella aree adiacenti al bianco puro: segno della qualità del profilo e del monitor stesso che permette un’ottima gradualità lungo tutto l’asse del grigio

2- creando il gradiente sia a 8bit che a 16bit mi è stato possibile riscontrare visivamente la migliore fluidità del gradiente a 16bit, segno delle ottime qualità del monitor che è in grado di sfruttare la maggior quantità di informazioni in esso contenute.




6. Angolo di visuale

Un buon angolo di visuale ammesso (sia orizzontale che verticale) è una prerogativa imprescindibile per un utilizzo “serioso” come il foto-ritocco.

Come condizione ideale, la percezione dei colori visualizzati a monitor dovrebbe risultare immutata al variare dell’angolo dal quale si osserva il monitor stesso.

Non si tratta -come molti pensano- di una necessità di potersi muovere liberamente di fronte al monitor, bensì di garantire omogeneità tra le varie zone del monitor che vengono necessariamente osservate con angoli diversi.

La tecnologia dei monitor LCD ha storicamente il tallone d'Achille nella scarsa stabilità al variare dell’angolo di visuale, ma nel corso degli anni sono stati messi a punto sistemi che hanno drasticamente migliorato i risultati.

I target utilizzati per il test (vedi paragrafo 6 dell'articolo sul Samsung) sono composti da aree concentriche con valori di grigio molto prossimi (differenza RGB =2) . Nel primo caso si verifica la capacità dell'osservatore nel distinguere le deboli variazioni di chiarezza in prossimità del bianco (range L=97 - L=100), mentre nel secondo caso in prossimità del nero (range L=0 - L=3).
Il test dell'angolo di visuale si può ovviamente eseguire anche con un target del genere con colore di base grigio medio (oppure altri colori), ma la scelta del bianco e nero ci aiuta anche a verificare la qualità della calibrazione/profilazione.

Il monitor "perfetto" permette di osservare queste variazioni in maniera identica su tutta la superficie dello schermo, e consente anche un certo spostamento del punto di osservazione rispetto alla posizione ideale (in asse rispetto al centro dello schermo).

Le immagini che seguono sono due fotografie del monitor mentre mostra i due target creati per valutare la qualità della visione agli angoli.
Entrambe le immagini sono state riprese con una vecchia compatta per cui soffrono di una notevole distorsione a barilotto. Sono state scattate con la macchina posta nella stessa posizione in cui stanno solitamente i miei occhi: 45cm (si lo so… perderò la vista presto!) dal monitor e perpendicolari al punto centrale del pannello. La fotografia del target bianco è stata scurita in postproduzione perché altrimenti i quadrati erano assai poco visibili, si è di conseguenza un poco enfatizzata la differenza tra centro e bordi. Fidatevi del mio giudizio (tra poche righe) basato sulla visione dal vivo del pannello più che di questa fotografia.




Devo dire che sono rimasto piacevolmente stupito dai risultati! Non avevo mai fatto un test apposito come questo per valutare la qualità del monitor e mi aspettavo un risultato un po’ peggiore in considerazione del fatto che i pannelli S-PVA non sono i meglio per quanto riguarda, appunto, l’angolo di visuale. Invece, in particolare per quanto riguarda il target bianco, i riquadri chiari sono tutti ugualmente visibili e nessuno risulta più scuro o più chiaro degli altri! Solamente nell’elaborazione della fotografia ho notato che si evidenziavano lievi differenze di luminosità, variazione assolutamente non rilevate dall’occhio.



Per quanto riguarda, invece, il target scuro i risultati sono meno esaltanti. I quadrati agli angoli risultano, infatti, leggermente più chiari rispetto a quelli centrali.
A parziale discolpa del monitor posso ipotizzare che parte della maggiore luminosità del lato sinistro sia dovuta al riflesso della parete bianca, perpendicolare al monitor e posta a 30cm da esso. Comunque sia la trovo una differenza realmente poco apprezzabile nell’uso quotidiano del monitor per fotoritocco (non me ne sono mai accorto prima d’ora), però bisogna effettivamente dire che si può fare meglio di così.

Ovviamente stiamo parlando di un monitor da 600€ e spendendo di più si può migliorare ancora la qualità della visione, ma quando già si è a questi livelli, si sa, bisogna pagare caro salato anche il minimo miglioramento di prestazioni!




7. Conclusioni (con lieto fine !!)

Penso che a questo punto le conclusioni siano abbastanza chiare… io sono pienamente soddisfatto del monitor e lo trovo più che adeguato alle mie esigenze!

Non sono certo un professionista da centinaia di migliaia di euro di fatturato (nemmeno da decine di migliaia!), ma alcuni lavori professionali li faccio, lavori anche complessi dal punto di vista della correttezza cromatica necessaria (come le foto-riproduzioni di quadri) e devo dire che non sento assolutamente la necessità di un monitor di fascia superiore.
Non voglio certo sostenere che non ci sarebbero vantaggi ad acquistare ad esempio un Eizo serie CG, ma solo che questo è sicuramente adeguato alle esigenze, anche evolute, di un fotoamatore o professionista (“in brache di tela” !!).

Ognuno fa le sue scelte su come investire i (sempre troppo pochi) soldi in questa nostra grande passione: io ho deciso di prendere questo monitor di fascia media ed investire il risparmio in uno spetrofotometro professionale; altri sono liberissimi di fare scelte diverse! Non è certo il monitor perfetto e definitivo, ma (consapevole delle limitazioni emerse) posso affermare che è un ottimo compagno per il “fotoritocattore evoluto”

Un’ultima nota necessaria riguarda il futuro di questo monitor. È infatti da poco stata annunciata da Eizo l’introduzione di due nuovi modelli da 22” . Attualmente le specifiche note sono ancora poche, ma presumibilmente uno dei due pannelli potrà essere il sostituto del S2231W. Speriamo di poter a breve dire: “di bene in meglio!”



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