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digiman69
New Member
7 Posts |
 Postato - 17/03/2006 : 12:01:53
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Complimenti a tutti per questo sito e questo forum scoperto da pochissimo.
Sin dal mio primo passaggio al mondo delle reflex digitali dopo anni di canon "analogiche" ho iniziato ad utilizzare il formato raw, per il maggior controllo del workflow con Photoshop CS. Sotto il profilo del workflow sui file/foto in raw ho imparato molto dal 2003 ad oggi.
I miei dubbi sono su quello che avviene quando la stampa avviene tramite minilab Agfa, Kodak o Fuji.
Ora visto che il raw per definizione non assegna in automatico nessun profilo colore, questo lo assegno io dalla finestra di Photoshop CS. ProPhoto è quello che sulla carta può riprodurre il gamut più ampio, ma i minilab lo utilizzano?
Tutti i "falsi tecnici" interpellati che lavorano sui minilab sopra citati mi hanno sempre detto che l'unico spazio colore da loro utilizzato è il noto sRGB.
Io parto da un file raw, faccio le dovute correzioni rimanendo in ambito "16bit" e solo in ultimo torno in modalità 8 bit per salvare un jpeg alla massima qualità di Photoshop (livello 12). Ovviamente nei miei archivi c'è sempre il raw disponibile. Lo stesso iter per arrivare a salvare un Tiff a 8bit non mi ha dato nessun vantaggio.
Potete aiutarmi a capire per stampe a colori effettuate da queste tecnologie di minilab cos'è il massimo che si possa fare? |
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AlbertoM
Moderatore
Italy
4742 Posts |
Postato - 17/03/2006 : 14:07:10
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Ciao
Dunque, prima devo correggere una tua affermazione:
quando converti un raw in RGB non "assegni" un profilo, ma fai una conversione dal profilo nativo della fotocamera (nel tuo caso memorizzato dentro Camera Raw) al profilo che scegli (Prophoto, sRGB ecc)
Non è una pignoleria, ma "assegnazione" e "conversione" sono due operazioni diverse quando si parla di gestione del colore.
Per quanto riguarda la stampa, l'operazione da fare è sempre una conversione, dal profilo dell'immagine (Prophoto, sRGB ecc) al profilo della stampante.
Purtroppo i minilab hanno spesso (non sempre) una gestione del colore un po' rigida, ovvero in certi casi non possono fare altro cha accettare solo lo spazio sRGB in quanto il loro sistema fa sempre una conversione fissa da sRGB al profilo della stampante.
Per cui prima di consegnare le immagini da stampare devi fare tu un'ulteriore conversione dal proflo che hai scelto per le tue immagini verso sRGB, operazione da fare preferibilmente a 16 bit.
Però esistono laboratori che accettano anche altri profili in ingresso (ci sono diversi laboratori di stampa a lambda che lo fanno) e sarebbero da preferire.
Se salvi a 8 bit, il jpeg è meglio del tif, in quanto la perdita più grande nella conversione a jpeg sta nella riduzione da 16 a 8 bit per canale, che ti impedisce di fare ulteriori correzioni sull'immagine. E questo vale dunque sia per il jpeg che per il tif a 8 bit.
In risoluzione (soprattutto in qualità 12) la perdita è minima rispetto al tif, ma il guadagno in spazio è notevole. Per cui la tua mi sembra una scelta corretta.
Tra l'altro alcuni minilab (come il Noritsu usato dalla Kodak) prima di stampare convertono sempre in jpeg, anche se gli consegni un tif
Ciao
AlbertoM |
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digiman69
New Member
7 Posts |
Postato - 17/03/2006 : 15:05:36
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Grazie Alberto non ho usato la corretta terminologia ma il senso era quello che tu hai affermato in relazione al raw e spazio colore.
Sul discorso 8/16 bit tutto chiaro ed in linea col mio workflow attuale, infatti tutte le correzioni le faccio partendo dal file a 16 bit, quando converto in jpeg livello 12 è solo per salvare ed inviare il file alla stampa per i minilab. A questo punto su Milano mi piacerebbe capire almeno per le mie stampe in 30x45 quale lab accetta file con spazio colore diverso da sRGB (es.Adobe98, ed ancor meglio Prophoto)..Grazie ancora |
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nikarlo
Advanced Member
Italy
826 Posts |
Postato - 17/03/2006 : 16:34:10
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Io credo che il problema non sia quello dei profili accettati, ma nel trovare un laboratorio che abbia una stampante che riesca a riprodurre i toni di un profilo ampio come un prophoto o un adobe1998 e credo che nel campo della stampa chimica non sia proprio possibile. Poi tutto sta a trovare un laboratorio che permetta uno stabile e uniforme output di stampa.
Carlo. |
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